Ghetto ebraico Roma: cosa vedere, dove mangiare, negozi - la mia guida


Sono passati tanti anni da quando presi quel treno che collegava i miei sogni ed il mio desiderio di indipendenza ad una città lontana chilometri dalla mia per affacciarmi ed interfacciarmi con una realtà complessa e sfaccettata che presto (ma io non lo sapevo ancora), sarebbe diventara così normale e familiare.
Eppure il tempo è volato e molto spesso mi trovo ancora a scoprire nuove zone, mai visitate, e mi ripeto che è assurdo vivere in una città come Roma ed andare a fare i turisti altrove, a volte (spesso) mi lamento del fatto che vorrei viaggiare di più, girare il mondo, ma mi dimentico di quello che ho vicino o semplicemente lo sottovaluto.
Il discorso è questo: quando si studia o si lavora in una città, qualsiasi essa sia, anche la più bella del mondo, diventa parte di quella routine da cui vogliamo evadere nel momento che abbiamo un po' di tempo per viaggiare o per spostarci e magari anche un gruzzoletto da spendere (finalmente!).


Ma torniamo a noi, anzi al mio desiderio di dedicare più tempo "da turista" a questa città. Chi lo sa, magari ve ne parlerò spesso delle mie incursioni nelle varie zone di Roma che mi incuriosiscono di più, fatto sta che spero vivamente di non lasciar posto alla pigrizia e riuscire a girarla un po' di più anche quando sarà più freddo.
Una zona di Roma da visitare assolutamente se vi capita di passare da queste parti è sicuramente il "Ghetto ebraico", denominato così proprio perchè è stato sin dalla fine dell'800 uno dei più antichi e vasti insediamente ebraici in Europa.


Ora la storia che si è intervallata tra quelle mura chiuse dal Portico d'Ottavia è lunga ed articolata e questo non è sicuramente un blog storico. Ma vi basti sapere che tutto iniziò con la bolla enciclica "Cum nimis absurdum" del 12 luglio 1555 di Papa Paolo IV che revocò tutti i diritti concessi agli ebrei romani e fece istituire il ghetto tra rione Sant'Angelo e il teatro Marcello. La zona a ridosso del Tevere in quel periodo era considerata la più povera, proprio perchè il fiume portava malattie ed allagamenti.
Fino all'Unità d'Italia nel 1870 (aggiungendo poi il rastrellamento nazista del 1943 e l'attentanto alla sinagoga del 1982), gli ebrei sono stati liberati e rinchiusi nuovamente in base alle vicissitudini storiche del Paese ed in particolare in base alle regole che i vari Papi stabilirono.
Gli ebrei avevano una lunga lista di divieti tra i quali c'erano quelli di possedere immobili o di commerciare, potevano vendere solo capi usati. Ma dalla necessità spesso è nata la virtù, molti piatti della cucina romana sono stati creati proprio utilizzando le uniche cose che si avevano a disposizione, come ad esempio gli scarti di pesce, da lì la famosa zuppa, o i carciofi cucinati alla Giudia, ancora oggi uno dei piatti più caratteristici della cucina romana.


LA MAPPA

 

La zona che i romani oggi indicano come "ghetto" è all'incirca delimitata da Via Arenula, Via dei Falegnami, Via de' Funari, Via della Tribuna di Campitelli, Via del Portico d'Ottavia e Lungotevere de' Cenci. È raggiugibile ovviamente in auto e taxi, c'è un ampio parcheggio proprio a ridosso oppure con l'autobus n. 40 o il 64 da Termini.

COSA VEDERE 

La Sinagoga: il simbolo della ritrovata cittadinanza ebraica dopo la segregazione. Progettata da Armanni e Costa, due architetti non ebrei, è un misto di Liberty e Arte babilonese, richiamo alla derivazione medio-orientale della religione ebraica e allo stile in voga al tempo. Sulla struttura ancora le cicatrici dell'attentato palestinese del 1982 che costò la vita ad un bambino (Stefano Tachè). Tutt'ora questo Tempio, nonostante ve ne siano diversi nella città, rappresenta un punto di riferimento per la comunità ebraica.

Piazza delle Cinque Scole: qui visse Pier Paolo Pasolini quando arrivò a Roma, ma prende il suo nome dalle cinque sinagoghe che erano presenti prima della restaurazione. Piccola e raccolta è un vero gioiello di storia.




Teatro Marcello: è sicuramente la parte più suggestiva del ghetto da un punto di vista storico. Arrivati su Via del Portico d'Ottavia vi troverete davanti colonne e capitelli e sullo sfondo il meraviglioso teatro. Augusto lo aveva realizzato in onore di suo nipote Marcello che morì prematuramente. Oggi ospita concerti in estate.

Chiesa di Sant'Angelo in Pescheria: qui venivano realizzate le messe "coatte" realizzate per cercare di convertire gli ebrei alla religione cattolica, ma non servì a molto, spesso indossavano dei tappi di cera durante le cerimonie.
 

Fontana delle Tartarughe - Piazza Mattei: la fontana è al centro della Piazza circondata dai palazzi appartenuti alla famiglia Mattei. In seguito al progetto di costruire fontane in diverse zone di Roma in cui non c'era acqua, la famiglia fece pressioni affinchè la fontana venisse costruita nella loro piazza, mentre si impegnavano a ripavimentare la piazza stessa e a tenerla pulita.




DOVE MANGIARE


Taverna del Ghetto - Via Del Portico d’Ottavia, 8

Se volete assaggiare la tipica cucina romanesca Kosher, questo è il posto giusto per iniziare. È aperto sia a pranzo che a cena ed offre tutti i piatti della tradizione in un ambiente che ha fatto la storia essendo stato il primo ristorante kosher della Capitale.

Ristorante Piperno - Via Monte dei Cenci, 9

Piperno non è un ristorante esclusivamente kosher molluschi e prosciutto sono nel menù, offre comunque piatti della tradizione giudaico-ebraica dal 1860 rivisitati in chiave moderna.
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Ba' Ghetto - Via del Portico d’Ottavia 57 

Situato a pochi metri dal Portico d'Ottavia, la location di questo ristorante è sicuramente suggestiva, questo monumento era stato eretto in onore dell'imperatore Augusto da parte della sorella Ottavia, ma aveva anche la funzione di segnare il confine che gli ebrei non potevano oltrepassare durante la notte. 
 

Fonzie Burger - Via di Santa Maria del Pianto 13

La prima humburgeria kosher a Roma, un posto piccolo e accogliente che dal 2012 offre pietanze sia vegetariane che a base di carne, con tante specialità senza dimenticare i fritti. Un ottimo posto per rifocillarsi durante i vari giri turistici e provare qualcosa di gustoso e veloce in un posto sicuramente di tendenza.


NEGOZI

In particolare vi segnalo: 


La casa di Frida Kahlo: se amate il Messico e la pittrice simbolo del Paese non potete non visitare questo piccolo negozio pieno di oggetti che vi rimanderanno alle usanze, costumi e cultura di una terra che tra le mensole di questo negozio vi sembrerà vicinissima. I prezzi sono medio-alti perchè tutti gli oggetti provengono dal Messico e non sono riproduzioni.


Peperita: se amate peperoncino ed olio rigorosamente bio e Made in Italy, in questo negozietto le proprietarie, due sorelle toscane trapiantante a Roma vi racconteranno delle loro coltivazioni di peperoncino ed olive, tutto documentato dai video che mostrano le aziende e le varie fase di lavorazione. Un posto perfetto per fermarsi a comprare qualche souvenir, come le piccole fiale di peperoncino, potete scegliere tra forti, medi e fortissimi. Una vera chicca tra le strade del Ghetto.





























© Foto di Roberta Costantino e Marco Gianni


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